I video sono diventati parte integrante dei social network. Anzi, per certi versi, hanno già superato – quanto a penetrazione e importanza – i contenuti testuali e le foto. Si tratta di un trend che, secondo Cisco, ha iniziato a palesarsi già nei 2 anni passati e che raggiungerà il suo picco nel 2020, quando l’82% del traffico internet sarà generato dai video digitali. Da notare come siano smartphone e tablet le piattaforme predilette per la fruizione dei contenuti video. Questo perché il tempo trascorso su questi device sta aumentando sempre di più, complice una tecnologia sempre più coinvolgente che ha reso gli schermi più “piccoli” paragonabili per qualità e dettagli a quelli tradizionali. La ricerca del colosso IT americano mette in evidenza 4 macro-trend che riguardano il pubblico e il suo atteggiamento nei confronti dei contenuti video. Noi ne aggiungiamo un quinto, che è invece pertinente al mondo delle aziende e al meccanismo con cui veicolare informazioni sul brand.
Un tempo sempre crescente
Secondo gli ultimi dati prodotti da Cisco e eMarketer, le persone trascorrono più tempo a vedere video che sui social network, soprattutto da mobile. Questo perché l’utenza ha a disposizione una maggiore quantità di traffico dati a un costo minore e, di conseguenza, la fruizione di contenuti anche “pesanti” non rappresenta più un problema. Questa tendenza sta comunque iniziando a mostrare la corda, a riprova del fatto che l’offerta, se rimane statica, rischia di minimizzare l’evoluzione di un trend altrimenti inarrestabile. Per questo, chiunque decida di proporre video in rete deve riuscire a trovare una chiave nuova, che sappia venire incontro alle esigenze dell’utenza. Per esempio, attraverso l’interazione con il pubblico, con call to action o sondaggi live.
Dove guardare i video?
Se fino a poco tempo fa la risposta ovvia sarebbe stata YouTube o – al più – Vimeo, oggi anche questo trend sta rapidamente evolvendo. Questo perché l’utente medio guarda molto spesso i video che vengono “embeddati” su Facebook, che è diventata la seconda piattaforma su cui guardare questo tipo di contenuti. La tendenza è talmente radicale che tutti i social network, da Instagram a Twitter, vengono impiegati sempre più spesso anche per la trasmissione di contenuti video, seppur con modalità diverse. Se, infatti, il social network di Zuckerberg offre la possibilità di una durata molto lunga per i video postati, Instagram e Twitter privilegiano brevi video che possono durare al massimo 60 secondi, per il primo e 140 secondi per il secondo. L’evoluzione dei social network, quindi, si allontana sempre di più dalla parola scritta o dall’immagine statica per abbracciare una maggiore dinamicità propria dei contenuti video.
I video live
L’epitome delle nuove modalità di utilizzo dei video è rappresentato dal live streaming. In questo caso il sorpasso di Facebook su Youtube è già avvenuto da oltre 2 anni. Ora profili personali e business utilizzano la possibilità di trasmissione in diretta per i più diversi scopi, compresi – a solo titolo esemplificativo – conferenze stampa, lancio di nuovi prodotti, eventi o anche, per quanto riguarda i profili personali o gli influencer, mera documentazione della propria vita quotidiana. C’è da dire che, almeno per ora, che la durata media di fruizione dei video da mobile è di 1.2 minuti, il che rende le trasmissioni più lunghe adatte soprattutto alla visione da desktop.
Un incremento dell’adv
Dal punto di vista degli investimenti pubblicitari, la progressiva espansione della soluzione video sta cambiando gli scenari per le aziende. La banda larga, i televisori connessi a internet, smartphone di ultima generazione con reti sempre più performanti, maggiore pervasività dei nuovi device sono tutti fattori che contribuiscono a rendere preferibile per le aziende l’investimento in video advertising. Secondo un’indagine di eMarketer, già lo scorso anno il 72% degli addetti marketing aveva programmato di investire principalmente su YouTube il budget di digital advertising contro il 46% che avrebbe preferito indirizzarlo su Facebook. Questa tendenza è stata prontamente intercettata dal social network di Mark Zuckerberg che ora permette di inserire pubblicità durante i video, proprio come avviene già da tempo sul social network della galassia Alphabet.
Che cosa devono fare le aziende
Una recente indagine di Hyperfinemedia, una società specializzata nella produzione di video adv, ci sono almeno 10 statistiche che dovrebbero convincere definitivamente le aziende a puntare sui video. Prima di tutto: il 64% degli utenti si dimostra più propenso ad acquistare un prodotto se pubblicizzato tramite video; le conversioni verso la pagina di destinazioni aumentano dell’80%; l’utilizzo di video nelle e-mail comporta un aumento delle percentuali di clic del 200-300%; il 90% degli utenti afferma che i video sono utili nel processo decisionale; ogni utente è esposto a oltre 32 video al mese e ogni giorno passa 16 minuti a guardare annunci video online. Se i video sono abbastanza coinvolgenti, il 76% degli utenti condividerà i contenuti del brand. YouTube dichiara che il consumo di video raddoppia ogni anno. Ancora: il 75% dei dirigenti guarda video relativi al proprio lavoro e il 39% dei manager chiama il fornitore di un’azienda di cui ha bisogno dopo aver visto un video. Infine, la presenza di un video aumenta del 53% le probabilità che un’azienda compaia nella prima pagina delle ricerche di Google.
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