Lo si dice ogni anno, ma forse questa volta è davvero così: il 2019 è l’anno della svolta per la business intelligence, che inizierà a beneficiare delle nuove tecnologie, in particolare intelligenza artificiale e IoT. I dati diventeranno molto più pervasivi e consentiranno in qualche modo di ridefinire gli interi processi aziendali. A giocare un ruolo fondamentale contribuirà la possibilità di realizzare modelli predittivi che funzionino in tempo reale e di mettere a punto sistemi di business intelligence che poggino sulla capacità sempre più precisa di svolgere big data analytics, ovvero la traduzione di enormi moli di dati in informazioni preziose per il business aziendale. L’analisi dei dati, quindi, diventa strumento di business, in grado di contribuire efficacemente alla gestione dei processi decisionali.
Che cos’è la business intelligence
Con il termine business intelligence si intende l’insieme dei processi aziendali che sono impiegati per raccogliere dati e analizzare informazioni strategiche. Nel concetto rientrano anche le tecnologie impiegate per raggiungere i risultati richiesti e le informazioni che si ottengono. Queste ultime, in particolare, diventano le vere e proprie risorse su cui concentrarsi. Una business intelligence efficace impiega una molteplicità di strumenti. Governare in maniera corretta i dati diventa lo strumento principale per le imprese, che hanno una migliore gestione dei processi aziendali e della supply chain, con un’ottimizzazione delle risorse e una riduzione degli sprechi.
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I trend del settore
Questo 2019, come detto, è un anno di grandi trasformazioni. Noi abbiamo provato a tracciare le principali. In primo luogo, l’hardware impiegato cambierà completamente faccia: non più i server monolitici e isolati, ma una maggiore integrazione tra cloud e fisico, tra il cosiddetto “edge” e i dati in remoto. Questo offre due importanti sviluppi: in primo luogo, si garantisce una maggiore sicurezza delle informazioni anche in caso di disastro (che altrimenti potrebbe causare la completa perdita di tutti i dati aziendali). Inoltre, si offre alle aziende la possibilità di connettersi al server in qualsiasi momento e da qualsiasi posizione, senza più essere ancorati alla sede fisica. La mobile Business Intelligence, ovvero la possibilità di accedere ai tool di business intelligence da qualunque luogo, non è soltanto un trend del cosiddetto “smart working”, ma una necessità per le aziende che lavorano in mobilità. I Business Intelligence trends che abbiamo voluto mettere in luce riguardano anche la data governance: come verranno visualizzati, ad esempio, è un tema importante, perché si passerà rapidamente dalla necessità di avere tutti i dati in unico luogo alla possibilità di visualizzarli in un unico modo. Una standardizzazione che permetterà di rendere intellegibili le informazioni a qualsiasi appartenente alla realtà aziendale, senza la necessità di ricorrere, ogni volta, a un diverso tipo di interfaccia.
Gli analytics
Un capitolo a parte meritano gli analytics. Grazie all’analisi complessa dei dati diventa possibile sviluppare modelli predittivi che consentono di reperire informazioni vitali come, ad esempio, le necessità di magazzino, la capacità produttiva, o, per le aziende di servizi, le reazioni e le interazioni rispetto a un determinato argomento o proposta. Una rivoluzione copernicana che permette di migliorare la performance e di offrire all’utenza un prodotto più adatto, più efficace e quindi più facilmente vendibile. Gli analytics, inoltre, saranno molto più “umani”: la user experience sarà decisamente più in linea con le necessità degli utenti.
Un nuovo modo di dialogare con gli utenti
Le nuove tendenze in materia di BI portano a un effetto molto importante: una modifica sostanziale del rapporto che lega l’utente e l’azienda. Non più logiche di push e pull, ma semmai di partnership. Il cliente, prima ancora di diventare tale, fornisce alle aziende numerose informazioni; la business intelligence prossima ventura garantisce di trasformare queste indicazioni, attraverso advanced analytics, bi tools e bi solution, in veri e propri insight, preziose modellazioni dei dati dell’utente che garantiscono la massima profilazione e la minima possibilità di errore. Si arriva a un rapporto interamente data driven in cui si abbandonano logiche di mass market per arrivare a creare una strategia che si avvicina al one to one. Predictive modelling e predictive analytics diventano frecce eccezionali nella faretra delle aziende.
Le nuove figure professionali
Naturale che una trasformazione epocale di questa portata necessiti di nuove figure professionali, capaci di tradurre il mero dato – con il supporto della tecnologia – in informazioni vitali per l’azienda. Già da tempo si inizia a discutere sulla necessità di individuare nuove professioni a partire dall’università: data scientist e intelligence analyst sono due tra i lavori che verranno sempre più richiesti nei prossimi anni e che ancora mancano nel moderno sistema accademico. Anche in questo caso, quelle aziende che saranno in grado di affiancare i propri dipendenti attraverso programmi di formazione personalizzata per la creazione delle figure necessarie saranno quelle che potranno partire da una posizione di vantaggio nei prossimi anni, quando si cominceranno a vedere in modo massiccio gli effetti dirompenti di business intelligence e big data analytics applicati in maniera corretta.